Quando si parla di pensione, la parola d’ordine dovrebbe essere solidità. Sì, certezza di ricezione ed importo.
Già in giovane età si possono mettere le basi per un pensionamento sereno che ti permetta di mantenere o innalzare il tenore di vita.
I 3 pilastri della pensione
1° pilastro
Le parole chiave di questo pilastro sono Inps e versamenti obbligatori. Si tratta, infatti, dei contributi che versiamo all’Inps, sia come dipendenti che come liberi professionisti.
Che tu abbia il posto fisso (quindi ci pensa il tuo datore di lavoro) oppure che tu abbia partiva iva, il 1° pilastro resta quello della previdenza statale che esiste per garantire a tutti i lavoratori di percepire una rendita (la pensione) una volta raggiunta l’età per il pensionamento.
2° pilastro
La parola chiave ora è TFR, ovvero quella parte di stipendio che viene trattenuta come Trattamento di fine rapporto e che viene liquidato al dipendente una volta raggiunta l’età pensionabile.
Il 2° pilastro contempla solamente i dipendenti, i quali possono scegliere tra due opzioni:
- lasciare il TFR in azienda
- attivare un piano per la previdenza complementare
3° pilastro
Noto anche come Previdenza Privata, ha come focus una delle mie locuzioni preferite: FONDO PENSIONE!
Decidere di sottoscrivere un fondo pensione è veramente un gesto di amor proprio e indica una grande obiettività e lungimiranza. Sono, infatti, pochi i giovani che se ne preoccupano. La fascia di popolazione compresa tra i 18 e i 40 è però quella paradossalmente più colpita dalla diminuzione della futura pensione. Così, una brillante soluzione esiste ed è quella dei contributi volontari in un fondo pensione aperto.
Vuoi prenderti 10 minuti e confrontarti insieme a me sul tema della previdenza?