Il 25 novembre è il giorno in cui le piazze si ricoprono di paia di scarpe rosse e, grazie alla campagna internazionale Orange the World, il mondo si “veste” di arancione, simboli della lotta contro la violenza sulle donne.
Ogni anno se ne parla e ogni anno la situazione non migliora, non per le donne. Nel 2020 le telefonate al 1522, il numero verde a sostegno delle vittime di violenza e stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019. Di certo la pandemia di Covid-19 non ha aiutato. Dopo i lockdown la situazione è scoppiata, tant’è che a Mantova sono state aperte quattro nuove case per aiutare le donne maltrattate.
Quando si parla di violenza sulle donne spesso ci si riferisce alla violenza domestica e si tende a pensare subito ai lividi, ai pugni e agli schiaffi che una donna si trova costretta a subire dal suo partner, ma non è solo questo. Oltre alle forme più palesi e facilmente riconoscibili, come la violenza verbale, fisica, sessuale e lo stalking, esistono anche quelle “invisibili”, come la violenza psicologica ed economica. Quest’ultime sono tipologie di violenza subdole, perché non lasciano cicatrici, ma sono comunque un modo con cui gli uomini impongono il proprio potere e controllo sulla donna.
Perché le donne non se ne vanno?
Di sicuro anche a te sarà capitato di pensare “Se quella donna soffre così tanto e viene maltrattata, perché non se ne va, invece di restare con chi le fa del male?”.
Purtroppo andarsene da certe situazioni è difficile e pericoloso. Magari fosse semplice come preparare una valigia e partire per una vacanza! Spesso le donne vittime di violenza si trovano intrappolate in un comportamento abusivo chiamato “Ciclo della violenza”, composto da tre fasi.
- Tensione: fase caratterizzata da rabbia e litigi tra i due partner;
- Maltrattamento: fase in cui l’uomo attacca la donna fisicamente, con calci, pugni, schiaffi. La vittima di solito è spiazzata e impaurita.
- Le scuse e la “luna di miele”: fase in cui l’aggressore giustifica il proprio comportamento violento, trova delle scuse dicendo che è per colpa dell’alcol, della droga o dello stress che si è comportato male. L’uomo promette che non accadrà mai più e che da quel momento in poi la loro vita insieme sarà tranquilla, come una “luna di miele”.
Questo periodo di pace però durerà molto poco e il “Ciclo della violenza” riprenderà presto.
Cos’è la violenza economica?
Il momento in cui è emerso per la prima volta il concetto di “violenza economica” è stato nel corso degli anni Novanta. Sono stati i centri antiviolenza e le avvocate a cui le vittime si rivolgevano a coniare questo termine. Spesso le donne maltrattate non si separano dal proprio aggressore anche perché sono dipendenti economicamente dal partner. La violenza economica si sviluppa all’interno della famiglia, ma le sue origini sono nella nostra cultura. In ambito lavorativo, le donne sono penalizzate. Infatti, pur essendo più istruite degli uomini, spesso si accontentano di lavori precari o part-time e, a parità di mansioni, ricevono stipendi inferiori rispetto ai lavoratori maschi (gender pay gap) e sono più colpite dalla disoccupazione. Ecco, quindi, che il denaro diventa un’arma tramite cui ricattare, controllare e limitare la libertà della propria compagna.
“Se me ne vado cadrò in povertà?”
“Ho un lavoro precario, come farò a mantenere me e i miei figli?”
“Non mi sono mai occupata dei soldi della casa, non ci capisco nulla, da sola non saprei come muovermi e quali scelte fare.”
Sono questi i pensieri che intrappolano alcune donne tra le mura domestiche insieme al proprio aggressore.
Sii indipendente economicamente
L’autonomia economica è un diritto e una libertà di ogni donna.
Ecco perché è importante che tu sia libera di sottoscrivere un fondo pensione, aprire un conto corrente intestato a te o cercare lavoro.
Poter lavorare, migliorare il tuo livello di istruzione senza chiedere il “permesso” per spendere i tuoi soldi o senza essere obbligata a fare acquisti contro la tua volontà, rischiando anche di indebitarti, è fondamentale. In caso contrario ti consiglio di chiedere aiuto, perché questi non sono affatto segnali positivi…
La violenza economica si manifesta anche quando il partner obbliga la donna a firmare documenti senza spiegarle il contenuto, ad esempio raggirandola per renderla inconsapevolmente garante dei propri debiti.
La conquista della propria autonomia, anche economica, è così importante che l’INPS, l’8 novembre 2021, ha presentato il “reddito di libertà”, un provvedimento economico finalizzato a rendere libera la donna, iniziando dall’aiutarla nel ricercare una casa.
Purtroppo questa iniziativa è ancora insufficiente, infatti i maltrattamenti e i femminicidi continuano ad aumentare di anno in anno.
Ecco perché bisogna tutelarsi e un primo passo per farlo è capirne un po’ di finanza personale. Parlare di andamenti, rendimenti e sapere come prendere decisioni sugli investimenti è importante e io sono qui apposta! Partecipare agli incontri con me è fondamentale, perché sono lì proprio per semplificare la situazione economica-patrimoniale e per spiegarla a chi non fa il mio mestiere.
P.S. Se vuoi tenere monitorate le spese della casa, esiste un’agenda specifica (di origine giapponese) che si chiama Kakebo. Si tratta di uno strumento facile e intuitivo: un primo passo per prendere coscienza delle proprie spese e dei propri risparmi. Scrivimi e vieni a ritirare gratuitamente il tuo Kakebo!